Profili nutrizionali: L’EFSA evita cautamente di esprimere un parere sul Nutriscore

L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato il suo parere scientifico sulle linee guida per il profilo nutrizionale, ovvero “la classificazione degli alimenti in base alla loro composizione nutrizionale per scopi specifici”. Il parere mira a gettare le basi scientifiche per la creazione di un sistema europeo armonizzato di etichettatura front-of-pack (FOPL). Ma l’agenzia europea afferma in modo molto chiaro e coraggioso che non valuta la pertinenza dei vari modelli di etichettatura, lasciando questo compito al gestore del rischio, cioè la Commissione europea. L’EFSA afferma inoltre che esistono tre metodologie principali da seguire per lo sviluppo di un’etichetta frontale: lo sviluppo di un algoritmo, la definizione di una soglia quantitativa per i singoli nutrienti o la valutazione del contributo di un alimento all’assunzione dei nutrienti raccomandati.

Tuttavia, l’EFSA sottolinea che “poiché le diete sono composte da più alimenti, l’equilibrio dietetico complessivo può essere raggiunto attraverso la complementazione di alimenti con profili nutrizionali diversi, per cui non è necessario che i singoli alimenti corrispondano al profilo nutrizionale di una dieta nutrizionalmente adeguata. Tuttavia, i singoli alimenti possono influenzare il profilo nutrizionale della dieta complessiva, a seconda del profilo nutrizionale del particolare alimento e della sua assunzione, in termini di frequenza e quantità”.

In altre parole, gli alimenti che compongono una dieta sana contengono già tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno per essere in salute, ma non esiste un singolo alimento che contenga già tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno, quindi è necessaria una combinazione di alimenti diversi, che può essere letta come un avvertimento contro approcci troppo riduzionistici.

Il documento complessivo fornisce un’analisi completa delle prospettive nutrizionali generali su cui dovrebbe basarsi il profilo nutrizionale. Il parere scientifico prende in considerazione un insieme completo di componenti nutrienti e non nutrienti degli alimenti (grassi totali, acidi grassi, zuccheri, sodio, proteine, fibre, potassio, EPA, DHA, Iodio, Ferro, Calcio, Vitamina D, Folato). Analizza la letteratura scientifica disponibile sull’argomento e conclude che una diminuzione dell’assunzione di acidi grassi saturi, sodio, zuccheri aggiunti/liberi ed energia, insieme a un aumento dell’assunzione di fibre alimentari e potassio, rappresenterebbe un miglioramento per la salute della popolazione dell’UE in generale.

L’iniziativa si inserisce nel quadro giuridico della strategia Farm to Fork (F2F) e dei suoi sforzi dichiarati per migliorare la salute pubblica, in particolare per combattere l’aumento delle malattie non trasmissibili, come il diabete, i tumori, le malattie cardiovascolari, l’ipertensione, ecc.

È importante notare che l’EFSA ha valutato i nutrienti che “è probabile che siano consumati in quantità eccessive o inadeguate nella maggior parte dei Paesi europei”, evitando così che le linee guida sul profilo nutrizionale forniscano una visione olistica dell’alimento, ma valutandolo solo in base a questi specifici nutrienti.

Osservazioni

  • Una delle raccomandazioni dell’EFSA sui profili nutrizionali riguarda la sostituzione degli indicatori energetici con i grassi totali. Questa misura può creare confusione nei consumatori che potrebbero avere difficoltà a tradurre i grassi totali in assunzione di energia (Kcal). Inoltre, questa disposizione sposta l’attenzione dall’energia ai grassi e/o agli zuccheri, quindi non fornisce una soluzione al problema delle elevate assunzioni di energia. Al contrario, l’energia dovrebbe diventare il parametro chiave nelle categorie di alimenti, in modo da evitare pratiche di riformulazione che non portano alcun beneficio ai consumatori.
  • Come già sottolineato da Farm Europe, nel contesto del parere dell’EFSA sugli zuccheri (01/03/2022), nel caso dei grassi e degli zuccheri la linea guida “il più basso possibile” apre all’interpretazione che non esiste un livello sicuro di assunzione, indipendentemente dalla quantità. Un’affermazione che contraddice il principio di una dieta equilibrata e diversificata. Pertanto, può sorgere confusione sia da parte dei consumatori sia da parte delle autorità che devono progettare i FOP, visto che non vengono fornite linee guida concrete. Tuttavia, nonostante l’importanza per la salute pubblica della riduzione delle energie complessive, il profilo nutrizionale – così come ogni possibile metodo di etichettatura FOP sviluppato su di esso – dovrebbe fermarsi a informare oggettivamente sul contenuto energetico e non cercare di influenzare le scelte di acquisto dei consumatori.
  • Un aspetto che viene menzionato nel rapporto, ma che non rientra nella sezione delle raccomandazioni, è il metodo di cottura degli alimenti. Infatti, a seconda di come viene cucinato un alimento, i nutrienti ingeriti potrebbero cambiare. Inoltre, considerando l’importante effetto sulla salute, anche il livello complessivo di lavorazione (non solo il metodo di cottura, ma anche la riformulazione) dovrebbe essere preso in considerazione sia nella profilazione dei nutrienti sia, quindi, nelle etichette font-of-pack.
  • Come osservazione generale sui sistemi FOPL, vale la pena notare che i metodi che si basano su algoritmi e soglie sono, per definizione, parziali. Infatti, a seconda di dove viene impostata la soglia o di come è composto l’algoritmo, cambia la valutazione complessiva dell’alimento. Inoltre, indipendentemente dalla metodologia scelta, dovrebbe essere inserito un criterio che tenga conto del livello di lavorazione degli alimenti, in modo da considerare gli effetti della lavorazione sulla salute complessiva.

EAT EUROPE è il dipartimento dedicato di Farm Europe che si propone di affrontare i temi più delicati della società, concentrandosi sul ruolo che gli attori istituzionali giocano nella salute dei cittadini, analizzando e definendo gli strumenti che l’UE e i suoi Stati membri potrebbero implementare per prevenire la popolazione da abitudini che potrebbero portare a stili di vita non salutari. Il progetto ragiona sulla scienza e sull’efficacia, raccogliendo le conoscenze delle persone e concentrandosi esclusivamente sul bene comune dell’Unione Europea e sulla sua capacità di produrre risultati.

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